Palazzo Ducale Sanchez de Luna d’Aragona
L’edificio venne costruito a cavallo fra il 1573 ed il 1592 dal tesoriere del regno di Napoli.
Alonzo Sanchez de Luna d’Aragona che divenne poi duca di Sant’Arpino. Presenta una struttura architettonica a pianta quadrata, venne edificato sul luogo ove prima esisteva l’antica chiesa fatta costruire da Sant’Elpidio fuori dalle mura di Atella. Tale chiesa ormai quasi distrutta venne fatta abbattere dal Duca ed al suo posto edificato il maestoso palazzo ducale e contemporaneamente costruita la nuova Chiesa di Sant’Elpidio proprio di fronte al Palazzo Ducale dove sorge tuttora. L'antica chiesa, così come si ricava dai marmi lasciati dal duca nelle mura del palazzo ducale sorgeva verso il lato est dell’odierno cortile del palazzo ed aveva l’ingresso rivolto verso la città di Atella, era lunga palmi settantotto e larga palmi quarantotto, presentava anche un atrio nel suo ingresso.
Il Palazzo ducale è composto da quattro corpi di fabbrica posti a corona intorno ad un cortile che nel passato aveva vari annessi agricoli ed un’immensa cisterna per la raccolta delle acque meteoriche che ora inutilizzata é posta sotto il fabbricato sul lato della facciata. L’edificio presenta un piano terra con accesso dall’androne, un primo piano destinato agli appartamenti nobiliari e due quartini ammezzati nella parte superiore. La facciata al piano terra presenta sei finestre, tre per lato, incorniciate da pietre di piperno, al primo piano nobile le finestre, sempre tre per lato, sono in asse con le sottostanti ed infine all’ultimo livello abbiamo piccoli balconcini con balaustra. Al centro della facciata c’è il magnifico portale d’ingresso interamente di piperno inquadrato da colonne doriche su alto basamento, le quali colonne a loro volta sostengono il balcone del primo piano che rappresenta l’unico corpo sporgente dell’intera facciata al quale si accede da una grande porta posta al centro.
Il portone è preceduto da una lieve salita fatta di lastre di basalto con quattro mezze colonne due per ogni lato. Nella parte superiore e centrale della balconata c’è lo stemma della famiglia.
Nel 1798, in occasione delle nozze celebrate dal sesto duca di sant’Arpino con Maria Giovanna D’Avalos, il palazzo venne abbellito e restaurato come testimonia una lapide posta nell’androne. Anticamente all’interno del palazzo c’era, fra l’altro, una grande sala per galleria con pareti tutte istoriate, un’altra stanza conteneva i ritratti dei vari personaggi della famiglia nobiliare dei Sanchez de Luna d’Aragona. L’edificio è interamente costituito da murature di tufo proveniente in gran parte dalla grotta e dalle cave scavate in loco. I solai al piano terra sono in buona parte costituiti da volte in tufo del tipo a botte ed a crociera mentre quelli ai piani superiori sono composti da travi in legno.
Nella parte nobile dell’edificio rimangono ancora visibili tracce di dipinti sotto le volte e residui di carte istoriate poste sotto al solaio a copertura delle travi in legno. Alle spalle del palazzo ducale esisteva un immenso giardino, di oltre dieci moggi, ora completamente urbanizzato, che era collegato con un'apertura nel palazzo ducale e la chiesetta di S. Canione era ubicata all’interno di questo immenso giardino. Sotto questo giardino, che era recintato con archi settecenteschi, esisteva un’enorme grotta cantina, segni concreti di questa cavità sono tuttora le residue strutture di alcuni pozzi ancora visibili dietro le spalle del palazzo ducale. Anche sui lati del palazzo anticamente esistevano giardini ora scomparsi. Il palazzo è stato abitato dai duchi di Sant’Arpino fino alla metà del 1800 per poi passare per motivi ereditari in possesso della famiglia nobiliare dei Caracciolo dalla quale il tenente Giuseppe Macrì lo acquistò nel 1903.
Dott. Giuseppe Dell'Aversana